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Ego - Emiliano Carlucci's Blog

Pensieri sparsi di un ramingo digitale

L'iPad salverà l'editoria?

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Sempre al D8, Steve Jobs si è soffermato sulle difficoltà che sta attraversando il mondo dell'editoria nell'era dei blog e del citizen journalism.

Any democracy depends on a free healthy press. Some of these newspapers, the news gathering editorial organizations, are really important. I don't wanna see us to ascend into a nation of bloggers . I think we need editorial more than ever right now. Anything that we can do to help the New York Times, the Washington Post, the Wall Street Journal and other news gathering organizations find new ways of expression so that they can afford to get paid, to keep their new gathering editorial operations intact, I'm all for. What we have to do is figure out a way to get people to start paying for this hard-earned content.

Qualche mese fa sarei stato alquanto scettico su simili affermazioni. Internet incarna come nessun altro mezzo di comunicazione la democrazia dei contenuti. Grazie ai blog e ai social network, oggi tutti possono generare informazione. La naturale conseguenza di questa rivoluzione sembra essere la fine dell'oligarchia dei contenuti, ossia dell'informazione tradizionalmente prodotta dall'editoria professionale. E così sono sorti interi filoni di business basati sul crowdsourcing dei contenuti. A differenza dell'editoria tradizionale, che si affida ai giornalisti professionisti per produrre informazione di qualità, la nuova editoria online parte dal basso, scaturendo direttamente dalla passione e dalla (in)competenza della gente. Un esempio valga per tutti: DemandMedia, uno dei casi di maggior successo degli ultimi anni. Il problema di questo tipo di editoria è che non esistono soglie di ingresso: tutti possono creare contenuti. Ciò genera un sovraccarico di informazioni in mezzo alle quali sta diventando sempre più difficile trovare ciò che si sta realmente cercando. Ed è per questo che molti utenti potrebbero fare marcia indietro e tornare ai contenuti premium, pagando un prezzo accettabile a fronte di un'informazione che sia: selezionataprofessionale, multimediale e comoda da fruire. Un giornale garantisce selezione, autorevolezza dei contenuti e comodità d'uso, ma manca completamente di multimedialità. Un sito web può essere selettivo, autorevole e multimediale, ma manca di comodità d'uso (serve almeno un laptop e un collegamento ad internet). E qui entra in gioco l'iPad, e insieme all'iPad l'universo delle applicazioni nate con l'iPhone e sublimate dal nuovo tablet Apple. Sono un orgoglioso possessore di iPad da aprile e da qualche giorno ho installato l'app di Repubblica e quella di Wired, accedendo così ad informazioni selezionate, professionali, multimediali (le immagini sono spesso associate a contenuti video che si aprono creando un layer sovrapposto ai contenuti) e comode da fruire (dal divano, al letto, passando per il bagno!). Forse ha proprio ragione Steve Jobs: l'iPad salverà l'editoria.

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