Pensieri sparsi di un ramingo digitale
September 25 2010
Vi consiglio un bel libro: Nella testa di Steve Jobs di Leander Kaheney. Non è solo una biografia (non autorizzata) del CEO della Apple, ma anche un libro che ne sintetizza il pensiero e le azioni. E così, oltre a scoprire che Jobs è uno stravagante e tirannico amministratore d'azienda, un cultore della bellezza e del gusto, un maniaco egocentrico convinto (a ragione) che la gente non sa cosa vuole finché non glielo si mostri, ci addentriamo soprattutto nei meandri del "metodo" jobsiano, fatto di duro lavoro, attenzione ai dettagli e focalizzazione.
Mai come adesso, in piena fase di start-up, tocco realmente con mano l'importanza di lavorare sodo, non dar nulla per scontato e, soprattutto, non disperdere energie. Focalizzarsi è fondamentale se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi. Spesso tendiamo a lasciarci diverse porte aperte, nella smania di non perdere alcuna opportunità. E così ci affanniamo a rincorrere duemila traguardi, rischiando di non raggiungerne nessuno. Insomma, chi troppo vuole nulla stringe.
Jobs è tornato alla Apple nel 1996 (dopo 10 anni di "esilio") e ha trovato un'azienda che produceva decine, se non centinaia di modelli fra computer, stampanti, palmari, ecc. D'altronde così hanno sempre fatto realtà di successo come la Sony o l'HP. Jobs ha capito che per eccellere, occorreva restringere il campo d'azione: e così la nuova strategia prevedeva soltanto quattro computer, due portatili e due desktop, due per l'utente di base e due per l'utente professionale. Poi è storia nota. Una storia fatta di successi chiamati iMac, MacBook, Mac pro, ecc.
Tornando al tema del post, la cosa più difficile che possiamo fare quando iniziamo un nuovo business è proprio focalizzarci. Tante opportunità dietro l'angolo. Altrettante possibilità di perdere tempo e risorse. Ma per quanto sia difficile, dobbiamo tenere duro e continuare dritto per la nostra strada. Soprattutto se siamo convinti che sia quella giusta.