Pensieri sparsi di un ramingo digitale
January 16 2011
...è quello in cui:
Nel primo caso (vendita di prodotti/servizi) c'è chi parla di rebate, una sorta di sconto sul costo di advertising. D'altronde il core business del sito non è quello di guadagnare attraverso la pubblicità. Si tratta di traffico residuale. Traffico residuale? Questa sa di don't be evil...
Il secondo caso è un po' più problematico. Le tecnologia di comparazione vengono scopiazzate a destra e a manca e non è sempre facile distinguere originalità in mezzo a tanti cloni. Così fra un prodotto descritto allo stesso modo su 40 siti diversi e una recensione frettolosa scritta da improbabili utenti (tipo emmanuelle69 o superpippo), c'è chi parla di affiliate o performance marketing. A me puzza sempre di arbitraggio, ma se lo fa Kelkoo o Shopping.com... beh allora...
Nel terzo caso, purtroppo, non c'è scampo. C'è chi lo ha fantasiosamente definito media 2.0. Chi ha azzardato paragoni con società d'oltreoceano (che peraltro non hanno mai comprato un solo click da Google AdWords). Tocca rassegnarsi: è arbitraggio. Orgogliosamente arbitraggio (e se lo dico io...).
E se volete saperla tutta, l'arbitraggio che piace a Google è proprio quello in cui metti AdSense su una pagina di contenuti originali. MFA una volta significava Made For AdSense. Secondo me il vero significato è sempre stato Made For AdWords.
Fare arbitraggio è un po' come rimorchiare una donna. Puoi leggere tutti i manuali che vuoi, ma la verità è che il successo non è mai garantito. L'importante è non arrendersi al primo due di picche ;-)