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Ego - Emiliano Carlucci's Blog

Pensieri sparsi di un ramingo digitale

Il terremoto al tempo di Facebook e Twitter

Alle 3.30 mi sono svegliato di soprassalto per il terremoto. A Roma, com'è noto, il sisma è stato avvertito distintamente, per fortuna senza causare danni a cose e/o persone. Io e mia moglie aspettiamo qualche minuto che le scosse finiscano, indecisi se scendere o meno in strada. Poi, quando tutto sembra tornare tranquillo, accendiamo la TV e proviamo a dare un'occhiata al televideo. L'ultima notizia, che risale ad oltre un'ora addietro, parla di alcune scosse in Abruzzo, ma niente che possa far pensare al dramma che proprio in questo momento si sta vivendo a poche centinaia di chilometri dalla capitale.Alle 8 accendo la TV e tocco con mano la tragedia. Allibito penso allo spavento di stanotte e realizzo che mi è andata bene. Mi preparo mestamente  e prendo la macchina per andare in ufficio. Come ogni mattina, accendo Radio24 e ascolto la trasmissione di Giuliano Ferrara, interrotta ogni 10 minuti da flash di aggiornamento sulla situazione in Abruzzo: 15 vittime, poi 20, poi circa 30. Un bollettino di guerra. Il traffico è congestionato, passa il tempo e in radio tocca a Gianluca Nicoletti col suo Melog 2.0. O almeno così dovrebbe essere. In realtà la trasmissione viene soppressa e sostituita da uno speciale sul terremoto condotta da un altro tipo, con Gianluca Nicoletti in studio per portarci una sua testimonianza. Penso: che cavolo c'entra Nicoletti col terremoto?E poi l'illuminazione. Gianluca Nicoletti ha un profilo su Facebook, di fatto una community che ruota attorno a Melog. Attraverso il suo profilo, Nicoletti lancia gli argomenti del giorno, raccoglie le opinioni degli ascoltatori e interagisce con loro in tempo reale durante la tramsmissione.Stanotte, però, è successo qualcosa di diverso e il profilo Facebook di Nicoletti si è tramutato in ciò che, a mio avviso, rappresenta l'essenza del social networking: user generated news, rigorosamente in tempo reale. Nicoletti posta regolarmente le notizie d'agenzia, che riceve in qualità di giornalista. Le commenta. Chiede aggiornamenti in giro. Le gente inizia ad interagire, portando testimonianze da tutt'Italia, Abruzzo compreso.Gli status degli utenti Facebook cambiano con una rapidità che nessuna agenzia di stampa potrebbe mai sognarsi di avere. Ecco quello che ho registrato io stesso dai miei contatti, tutti di Roma.Pippo. Vorrei segnalare una forte scossa di terremoto a Roma, credo 4 o 5 grado!Pluto. Sveglia e inquuieta dopo il terremoto.Topolino. Mamma mia! Ho avuto paura :-(. Non avevo mai sentito una sensazione simile.Paperino. è stato svegliato dalla lunga scossa di terremoto di stanotte (a Roma), ma ha "realizzato" solo stamattina di quello che è realmente accaduto.Questo è solo un esempio di ciò che è accaduto nella cerchia ristretta delle mie amicizie. Immagina cosa è stata in grado di fare una community di 5000 persone, quella di Nicoletti. Immagina che cosa ha saputo fare l'immensa community di milioni di persone che interagiscono tramite Facebook e Twitter, aggiornando i propri contatti in tempo reale. Citizen journalism. Un segno tangibile che il mondo sta realmente cambiando.

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E
Ciao Massimo e ti ringrazio per "l'illuminante" ;-) Il mondo dell'informazione sta realmente mutando e non è un caso che le "vecchie" testate giornalistiche siano in crisi. Così come non è un caso il proliferare di gruppi su Facebook quali "Il TG5 siamo noi" o "TG1".P.S.: Non conoscevo il tuo blog e vorrei farti i complimenti sia per i contenuti che per la gradevolezza del "look & feel" ;-)
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M
Bellissimo articolo: ti ho citato e linkato da <a href="http://www.massimogiuliani.it/blog/?p=611" rel="nofollow">qui</a>.È importante quello di cui parli, e il fatto che - diversamente da quel che è accaduto molte, troppe altre volte - l'attenzione alla tragedia e alla ricostruzione resti desta anche dopo che gli interessi della politica e dell'informazione saranno venuti meno, dipenderà essenzialmente da questa profonda riconfigurazione dei modi dell'informazione.
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